Inutile chiedere “sei a posto…?”

IL MENO SICURO NEGLI INCONTRI OCCASIONALI (O CON FREQUENTAZIONI NON FISSE)

Talvolta, prima o dopo un rapporto senza preservativo, ci si sente chiedere (o si chiede) “te sei a posto?” o “sei sano?”. A volte si sente chiedere “te non hai niente, vero? non hai l’HIV, vero?”. E a risposta “si si non ho niente”, si sceglie di non usare il preservativo, o ci si rassicura dopo che non lo si è usato. Negli incontri occasionali, soprattutto se sei (o presumi di essere) HIV-negativo, chiedere all’altro qual è il suo status sierologico (se è HIV-positivo o HIV-negativo), e sulla base della presunta “negatività” decidere se usare o meno preservativo e lubrificante, è il meno sicuro dei metodi!

In linguaggio tecnico, chiedere lo status HIV e sulla base della risposta decidere se e come (protetto o meno) fare sesso con quella persona, si chiama “serosorting. Il termine in realtà è utilizzato con varie declinazioni. Spesso è utilizzato per descrivere il comportamento di una persona che sceglie i partner sessuali in base al loro stato sierologico per poter fare sesso non protetto con chi si presume abbia lo stesso stato sierologico, e ridurre così il rischio di trasmissione dell’HIV: in altre parole, presunti negativi che chiedono conferma all’altro che sia negativo e in base a questo non usano il condom, o sieropositivi che chiedono conferma all’altro del fatto che è anch’egli positivo, sempre per poter non usare il condom.

L’efficacia di questo metodo, soprattutto per una persona che presume di essere HIVnegativa, è veramente molto scarsa e l’effetto è spesso più che altro auto-rassicurante e illusorio.

Il motivo per cui questo metodo non funziona è duplice:

  1. molte persone HIVpositive, o con altre IST, non sanno di avere l’HIV o altre IST, e quindi ti risponderanno convinte di una situazione che invece non è reale;
  2. non puoi ragionevolmente aspettarti che le persone che sanno di avere l’HIV te lo dicano, per diversi motivi che cercheremo di farti capire qui sotto e nell’apposita sezione.

IMPROBABILE CAPIRE O SAPERE SE L’ALTRO HA L’HIV

Per quanto riguarda quelli che non sanno di avere l’HIV, considera che in Italia si stima che un terzo delle persone che vivono con HIV non sappia di averlo: è il cosiddetto “sommerso non-diagnosticato”. E’ molto probabile che alla fatidica domanda “sei a posto?” o “sei sano?”, prima o dopo un rapporto senza preservativo, ti rispondano “si” del tutto in buona fede, perché magari hanno valutato male il rischio che hanno precedentemente corso in altre occasioni (magari perché loro stessi si sono basati sulla fatidica domanda “sei a posto?” posta a precedenti loro partner). Si tratta tra l’altro di persone che sicuramente non sono in terapia e quindi hanno probabilmente più virus HIV nei fluidi corporei (sangue, sperma, secrezioni anali e vaginali), quindi con più alta potenzialità trasmissiva.

Dall’altra parte, non aspettarti che il partner occasionale, se ha l’HIV, te lo dica prima di fare sesso. Questo indipendentemente dal fatto che tu faccia la domanda diretta (“te sei a posto?”) o che ti basi sul “non detto”. Sicuramente ti capiterà che qualcuno te lo dica, ma più spesso non succederà. Probabilmente hai già anche fatto sesso senza saperlo con persone che vivono con HIV.

La maggior parte delle persone che vivono con HIV cercherà di evitare un rifiuto sessuale, vissuto come irragionevole e ingiusto, e lo stigma e il rischio di outing nella comunità gay. Fino a che la comunità LGBT non sarà in grado di gestire la siero-discordanza (relazione tra persona HIVpositiva e HIVnegativa) come fatto normale e gestibile, sia sul piano sessuale sia sul piano sociale, non si può pretendere che sia la sola persona HIVpositiva a prendersi carico dell’inadeguatezza dell’intera comunità. Le persone che vivono con HIV cominceranno a dirlo, negli incontri occasionali, quando avranno la ragionevole aspettativa di ricevere accettazione e gestione ragionevole e condivisa del rischio residuo, anziché rifiuto “a prescindere”.

Infine, non aspettarti di capire se uno ha l’HIV guardandone la faccia o il fisico. Alcune persone per motivi vari possono avere segni riconoscibili da un occhio esperto soprattutto se vivono con HIV e con le terapie da tanti anni, ma la maggior parte non ne ha per niente e potrebbe non averne mai. Per ironia della sorte, tra l’altro, le modifiche corporee tipiche sono dovute solitamente più agli effetti collaterali dei più vecchi farmaci che all’HIV in sé: si tratta quindi di persone probabilmente in terapia e con una carica virale bassa o non rilevabile, mentre la persona con più alta potenzialità trasmissiva (con maggiore carica virale) potrebbe essere proprio quella di cui si percepisce di meno lo status sierologico sul piano estetico.

Un’ultima nota riguarda i rapporti con gli i partner non fissi, ovvero quelle persone che a volte si frequentano più o meno stabilmente solo per sesso, indipendentemente dal fatto che siano considerati amici o meno. Nella misura in cui vi lasciate “le mani libere” per vite sessuali concomitanti e indipendenti, e non avete una profondità di relazione tale da negoziare un’efficace sicurezza di coppia, comportarsi come nei rapporti occasionali è la scelta più efficace se si vuole ridurre il rischio.

Nei rapporti occasionali e con i partner non fissi, quindi, comportati sempre COME SE l’altro avesse l’HIV. E ricorda sempre: non discriminare chi lo ha, e soprattutto se te lo dice ringrazialo anziché rifiutarlo, perché con quel “dirlo” sta dando a te e a tutta la nostra comunità un’occasione per crescere e gestire al meglio e insieme la prevenzione.

NELLA COPPIA STABILE

Nella coppia stabile, o che sta diventando stabile, se si presume di essere HIVnegativi e si sceglie di non usare il preservativo sulla base della conoscenza dello status sierologico HIVnegativo (o presunto tale) del partner, è meglio fare prima insieme un ragionamento di sicurezza negoziata di coppia. Vai alla sezione apposita.

IL SEROSORTING TRA PERSONE CON HIV

Per le persone che vivono con HIV, il serosorting si traduce normalmente nella scelta di avere rapporti sessuali (e talvolta anche relazioni amorose) solo con altre persone con HIV. Sul piano psicologico, questa scelta ha diverse motivazioni e ripercussioni, tutte assolutamente comprensibili e accettabili, e che non discutiamo.

Sul piano della prevenzione, se a questo tipo di serosorting si associa la scelta di non usare il condom con il partner del proprio stesso status sierologico, indipendentemente dal tipo di rapporto (occasionale o relazione stabile), si può comunque andare incontro ad alcune controindicazioni da tenere in considerazione: la re-infezione con sottotipi HIV diversi, la trasmissione di resistenze ai farmaci, e ovviamente l’infezione con altre IST.

Per quanto riguarda la co-infezione con altre IST, le considerazioni da fare sono più o meno le stesse di chi non vive con HIV, tranne per alcune questioni:

  • Si sta registrando una aumento preoccupante di casi di Epatite C (HCV) e di sifilide tra i maschi con HIV sensibilmente più alto che tra i maschi che non vivono con HIV. Si stima che in Italia circa il 30-50% di uomini che vivono con HIV abbiano anche un HCV.
  • Si ritiene che la co-infezione con altre IST, sopratutto Sifilide ed HCV, aumenti la carica virale dell’HIV, così come la presenza di HIV aumenta la carica virale dell’HCV.
  • La co-infezione (compresenza di HIV e di un’altra IST) soprattutto con Epatite C complica la vita anche per il trattamento dell’HIV.

Per quanto riguarda la re-infezione con sottotipi HIV diversi o la trasmissione di resistenze ai farmaci, non è chiaro quanto queste siano quantificabili in termini di rischio, soprattutto se stiamo parlando di persone che sono in terapia con carica virale non rilevabile nelle condizioni previste dalla TasP.

Per informazioni più dettagliate, sulle co-infezioni o sulla re-infezione o la trasmissione di resistenze, puoi andare alle sezioni apposite.